La frittata di Gioacchino Belli (o il cibo degli umili nella Roma papalina)

    Alberto Sordi nel film 'Il marchese del Grillo'
    Le vivande possono essere quelle ghiotte e preziose dei nobili e del clero, sbirciate da lontano e di cui ha solo sentito parlare, o quelle povere e quotidiane degli umili, che conosce per esperienza diretta, come l’insalatina e la frittata serale miserella (anche se la cena è impreziosita dalle noci e dal vino) del sonetto La bbona famijja:

    La bbona famijja

    Mi’ nonna a un’or de notte che vviè Ttata¹

    se leva de filà, povera vecchia,

    attizza un carboncello, sciapparecchia,

    e mmaggnamo du’ fronne d’insalata.

    Qualche vvorta se famo una frittata,

    che ssi metti ar lume sce se specchia

    come fussi attraverso d’un’orecchia:

    quattro nosce, e la cena è tterminata.

    Poi mentre ch’io, Tata e Ccrementina

    seguitamo un par d’ora de sgoccetto²,

    lei sparecchia e arissetta la cuscina.

    E appena visto er fonno ar bucaletto³,

    ‘na piscciatina, ‘na sarvereggina,

    e in zanta pasce, sce n’annamo a letto.

    Lo “sgoccetto” è il centellinare il vino, che si smette quando si vede il fondo del boccale; il pasto è frugale (insalata, frittata, noci), l’ambiente è affettuoso e naturalmente pio, così che in esso convivono spontaneamente e senza irriverenza l’atto naturale della ”pissciatina” e la devota recita del Salve Regina. Il sonetto è tra i più belli del poeta: costituisce un suggestivo “spaccato casalingo” e dimostra una partecipazione affettuosa alla vita degli umili.

    Andrea Maia

    Note:

    ¹ papà

    ² bere poco a poco

    ³ piccolo boccale per vino

    Frittata della bbona famija

    Ingredienti:

    quattro uova

    una cipolla tagliata fine

    un poco di prezzemolo tritato

    olio, sale e pepe q.b.

    Fate cuocere a parte le cipolle, mettetele in un piatto fondo, aggiungetevi il prezzemolo, poi le uova ben sbattute. Usando una padella piuttosto grossa, scaldatevi l’olio e poi versatevi la miscela, facendola cuocere bene dalle due parti; risulterà gustosa (e quasi trasparente… come quella del sonetto).

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