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Intervista agli autori di “Malattie, vaccini e la storia dimenticata” (III parte)
LEGGI QUI la II PARTE dell’intervista!
- Nel vostro libro offrite anche una nuova visione del concetto di immunità di gregge. Si tratta di un tema piuttosto complesso e può lasciare stupefatti la sconcertante idea che in un futuro non troppo lontano il maggior rischio epidemico potrebbe venire proprio dalla grande massa di persone vaccinate.
Suzanne H. – Sì, l’immunità di gregge è una costruzione artificiosa e non una realtà. I vaccini non proteggono la popolazione al 100%, non vi si avvicinano neppure. L’immunità offerta dal vaccino svanisce col tempo e la maggior parte degli adulti è di nuovo suscettibile. Ancora peggio, alcuni vaccini distruggono l’immunità di gregge. Un caso tipico è quello del vaccino antinfluenzale, così come quello antipertosse. Ne parlo molto in dettaglio e i miei interventi si possono reperire sul mio canale youtube.
Roman B. – Una cosa molto interessante che ho scoperto mentre effettuavo le mie ricerche è che l’infezione contratta per vie naturali è molto diversa da quella indotta da un vaccino. Dove un’infezione naturale, per esempio quella del morbillo, produce un’immunità forte che di solito dura tutta la vita, lo stesso non accade con il vaccino. L’immunità da vaccino svanirà con il tempo ed esistono studi che hanno predetto come alla fine si produrranno epidemie su larga scala dovute a questa differenza. In questo modo, con la vaccinazione rischiamo di andare incontro a problemi futuri enormi mentre si sarebbero potuti adottare altri rimedi per una malattia che già negli anni ’60 era in genere considerata piuttosto mite.
- Ritenete che la lettura del vostro libro possa aiutare a dar vita a un nuovo tipo di consapevolezza in fatto di salute?
Suzanne H. – I vaccini rappresentano un trauma profondo per la salute di chiunque, ma soprattutto per quella di neonati, bambini piccoli e donne incinte. Ritengo che se la storia della vaccinazione fosse meglio compresa dalle persone, queste farebbero scelte diverse, con la possibilità di creare un tipo di salute ancora sconosciuta sulla terra. Stiamo assistendo a un declino della salute di fondo dell’umanità a causa dell’aumento dei vaccini. Credo che con minori vaccini o eliminandoli del tutto, la maggior parte delle persone vivrebbe vite più sane e vigorose, soprattutto nel mondo sviluppato di oggi in cui si ha accesso a una buona alimentazione e a buone cure mediche. Esistono sempre eccezioni a qualsiasi teoria, ma qui parliamo non solo di protezione rispetto a una specifica malattia, bensì di difesa nei confronti delle malattie in generale, e della costruzione di una costituzione fisica più robusta e resistente. In questi ambiti le scelte sui vaccini giocano un ruolo pesante.
Roman B. – Nel corso delle nostre ricerche per il libro abbiamo scoperto tante di quelle informazioni diverse e straordinarie che credo chiunque abbia da imparare molto da questa lettura. Ritengo che un messaggio importante di cui appropriarsi sia quello per cui la salute in ultima istanza non può dipendere dall’uso dei vaccini, bensì dalla scelta di uno stile di vita sano. Si tratta di un messaggio di grande forza, capace di offrire una prospettiva diversa quando le persone capiscono che possono essere in larga misura responsabili della propria salute, e capaci di prevenire o mitigare le malattie sulle quali avevano presunto di non avere alcun controllo.
Intervista a Suzanne Humphries e Roman Bystrianyk autori di Malattie, vaccini e la storia dimenticata, tradotta da Michela Orazzini.