poesie da bere
Charles Baudelaire
Una delle più importanti raccolte poetiche della modernità, I fiori del male di Charles Baudelaire (1821-1867), contiene una sezione intitolata Il vino, composta da 5 poesie.
La prima, qui proposta, è apparsa in rivista nel 1850. A parlare è l’anima del vino ansiosa di uscire dalla sua “prigione di vetro” per tornare dall’uomo che lo ha creato. La fatica umana del lavoro viene ripagata con le sue virtù tonificanti. Ma il vino non è soltanto portatore di vigore fisico, di festa, di salute, diventa anche pura spiritualità.
Il vino, che ha ricevuto la vita dall’uomo, ora gliela restituisce. Una versione in prosa di questa poesia è contenuta nei Saggi sui paradisi artificiali (cap. II).
Nelle bottiglie, a sera, l’anima del vino
Cantava: «O uomo, dalla mia prigione
Di vetro e ceralacca, sventurato che amo,
ti giunga una fraterna, luminosa canzone!
Lo so quanto sudore e quanta pena
E fiammeggiar di sole sull’ardente collina
Servano a darmi l’anima e la vita:
ma io non sarò ingrato, né maligno,
perché immensa è la gioia di cadere
nella gola di un uomo sfibrato dal lavoro,
e nel suo caldo petto so scavarmi una tomba
ben più dolce di un’algida cantina.
Non senti, nel mio seno palpitante,
squillare le domeniche, trillare la speranza?
I gomiti sul tavolo, la giubba sbottonata,
celebrerai contento la mia gloria;
a tua moglie estasiata ravviverò lo sguardo,
forza e colori ridarò a tuo figlio;
per quel fragile atleta della vita
sarò l’olio che assoda le braccia ai lottatori.
E in te mi spargerò, seme prezioso
gettato dall’Eterno, ambrosia vegetale,
perché dal nostro amore sprizzi la poesia
verso Dio, come un fiore inaudito!»
Giovanni Casalegno
Bibliografia: C. BAUDELAIRE, I fiori del male, trad. di G.Raboni, in Opere, Milano, Mondadori, 1996
Foto: Copertina del libretto: Les Fleurs du mal / poésies de Charles Baudelaire ; musique de Gustave Charpentier, Parigi Heugel and Co., 1895. [ John Hay Library Foster Damon Sheet Music Collection ]