Alto Adige – Le rose di re Laurino

    Pochi minuti che valgono la pena di un viaggio. Succede al tramonto, quando alcune vette delle Dolomiti si tingono di uno straordinario colore rosa, un riflesso luminoso, una fugace apparizione che per la sua bellezza ha sempre incendiato la fantasia degli abitanti dei villaggi. Protagonista dello spettacolo è il Catinaccio, il massiccio che in tedesco si chiama Rosengarten, e non a caso. Significa “giardino delle rose” e la tinta che lo ricopre al crepuscolo è l’epilogo di un’antica leggenda montanara in cui si sposano cultura ladina e germanica. Racconta la storia di Laurino, sovrano di un popolo di nani che scavavano la montagna alla ricerca di oro, argento e cristalli e che oltre al roseto sul Catinaccio, possedeva una cintura che gli donava la forza di 12 uomini e un mantello che lo rendeva invisibile.

    Un giorno di maggio, escluso dalla festa organizzata dal re dell’Adige in onore di sua figlia, ormai in età da marito, Laurino decise di partecipare come ospite invisibile. Come prevedibile, appena vide la ragazza se ne innamorò, la rapì e fuggì via a cavallo, inseguito però da un gruppo di guerrieri con i quali lottò con indosso la sua magica cintura. Nonostante la potenza, dopo un lungo periodo di combattimento le forze cominciarono a venire meno e allora Laurino decise di ricorrere al mantello per tornare invisibile e sfuggire così ai soldati. Non visto, cominciò a correre attraverso il giardino per evitare i colpi, senza pensare che i suoi rapidi spostamenti provocavano il movimento delle rose sotto cui cercava di ripararsi, rendendolo quindi facilmente individuabile. Acciuffato e imprigionato, il re dei nani si voltò con rabbia verso i fiori da cui era stato tradito e maledisse il roseto affinché diventasse di pietra e nessuno potesse più vedere la sua bellezza né di giorno né di notte. Dimenticò però il tramonto e fu così che da allora il roseto sul Catinaccio rivive nei suoi straordinari colori alla fine di ogni giornata di sole.

    La Val d’Ega, pochi chilometri da Bolzano, è il punto migliore da cui partire per rincorrere le pennellate di rosa sulle pareti di roccia del Catinaccio oppure per esplorarne i sentieri che si snodano ai piedi del massiccio fra panorami mozzafiato, dopo un primo tratto in seggiovia. Uno dei percorsi più popolari corre per un’ora e mezza dal rifugio Paolina, punto di arrivo della seggiovia, fino al rifugio Fronza alle Coronelle da cui, dopo una sostanziosa pausa a base di tipici canederli o di polenta accompagnati da un tagliere di speck, si ridiscende a valle per ammirare le vette riflesse nel lago di Carezza, piccolo specchio d’acqua di suggestione straordinaria.

    Poco più a est, sotto il massiccio del Latemar, che con il vicino Catinaccio sembra proteggere la valle, il canyon di Bletterbach si insinua nella roccia come facevano nella leggenda i piccoli sudditi di re Laurino che scavavano gallerie nella pietra. Seguendolo, ci si avvia per un viaggio che riporta indietro di milioni di anni nella storia della terra: l’avventura inizia nel centro visitatori di Aldino o da Redagno, dove il museo geologico è il miglior prologo alla visita, e continua ridiscendendo sentieri e scale di pietra o legno fino ad arrivare al fondo del canyon; qui, 16 tavole guidano il percorso raccontando degli strati delle rocce, dei microrganismi fossilizzati, invitando a individuare gole e cascatelle, illustrando le tracce dei sauri che risalgono a epoche remote.

    Le pietre sprigionano un fascino inatteso, il racconto dei pannelli sorprende e accende la fantasia e d’un tratto sembra che da meandri e anfratti stia per emergere il fantastico popolo dei Nani.

    Informazioni

    Per scoprire il patrimonio della regione i comuni delle valli e il Consorzio Turistico Rosengarten Latermar (Ponte Nova, tel. 0471.610310, www.rosengarten-latermar.com) organizzano escursioni guidate durante gran parte dell’anno e fino al mese di novembre. E’ il modo migliore per scoprire il territorio e conoscere le tradizioni della cultura locale.

    Il Geoparc Bletterbach (tel. 0471.886946, < a href=”www.bletterbach.info”>Bletterbach) è aperto da maggio a novembre e offre percorsi di diversa durata e difficoltà. Al canyon si accede dal centro visitatori di Aldino o dal museo geologico di Redagno.

    Per dormire, l’hotel Marica (Dorf 30/A, Ega, tel. 0471.615720, hotel Marica) è un delizioso 4 stelle a conduzione familiare con servizio accurato, ottima cucina, piscina e sauna; organizza escursioni anche in mountain bike e aderisce all’associazione Alpine Pearls che promuove vacanze all’insegna della mobilità dolce e sostiene il turismo eco-compatibile.

    di Carla Diamanti

    articolo apparso su La stampa nell’ottobre 2008

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