Chi era Maria Montessori?

    Nei primi anni del ventesimo secolo, Maria Montessori provocò scalpore in tutto il mondo con il suo nuovo approccio all’educazione.

    Per quanto, nel corso degli anni, molte delle sue idee siano state adottate nelle scuole tradizionali, ancora oggi il suo approccio pedagogico, se applicato come lei aveva immaginato, è considerato rivoluzionario.

    Il suo metodo è molto richiesto, soprattutto dopo che numerose delle sue osservazioni sono state confermate dalla ricerca scientifica.
    Ma, soprattutto, i bambini Montessori sono di norma bambini felici, lavorando a scuola su ciò che li interessa. Non sentono di dover imparare, lo fanno senza saperlo, mentre utilizzano, da soli, materiali attraenti e progettati con inventiva.

    Chi era Maria Montessori, la donna che ha sviluppato queste idee di straordinaria originalità sull’educazione e lo sviluppo umano?


    Maria Montessori, una storia attuale è la migliore biografia di Maria Montessori che conosco, certo in Italia,
    ma forse anche nel mondo, assolutamente dello stesso valore di quella storica di Rita Kramer”.
    Carolina Montessori


    Nacque in Italia nel 1870; a quei tempi erano poche le professioni aperte alle donne e la comunità accademica era una roccaforte maschile quasi inattaccabile; nondimeno, era determinata a diventare un medico. Nonostante una forte opposizione, Maria si iscrisse all’Università di Roma, dove si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1896, una fra le prime donne in Italia.
    Iniziò a lavorare subito in diversi ospedali, fra cui la clinica psichiatrica dell’Università di Roma. Lì ebbe l’opportunità di osservare il comportamento di bambini con problemi mentali e fisici. Pian piano, si rese conto che molti di loro avrebbero potuto essere istruiti, almeno fino a un certo punto, se posti in un contesto in cui l’insegnamento fosse stato in accordo con i loro bisogni e capacità. Il suo lavoro con questi bambini ebbe un tale successo che alcuni di loro furono in grado di superare gli esami di scuola elementare.
    Questi risultati sorprendenti le fecero balenare l’idea che dovesse esserci qualcosa di fondamentalmente sbagliato nell’educazione dei bambini e per riuscire a capire perché il sistema scolastico tradizionale non funzionava, tornò all’università a studiare psicologia, filosofia e antropologia pedagogica.

    Nel 1904 fu invitata a diventare docente di antropologia pedagogica all’Università di Roma, con lo scopo di gettare le fondamenta per una riforma completa del sistema scolastico.
    Pubblicò diversi articoli sulla sua ricerca scientifica condotta nelle scuole elementari, dove aveva trovato un sistema educativo molto repressivo e inefficace: i bambini erano costretti a restare seduti fermi tutto il giorno su scomodi banchi, ripetendo le parole incomprensibili di un maestro, venivano spesso puniti e le condizioni di vita erano antigieniche.

    Nel 1907 le venne offerta l’occasione di studiare e lavorare con i bambini a San Lorenzo, un quartiere povero e malfamato di Roma. Il suo compito era quello di tenere occupati i bambini ancora troppo piccoli per andare a scuola, e che, privi di qualsiasi supervisione, venivano lasciati a loro stessi mentre i genitori erano al lavoro. In questo quartiere Maria aprì la sua prima scuola, che sarebbe poi diventata la Casa dei Bambini, introducendo alcuni dei materiali educativi che aveva sviluppato per i bambini con ritardo mentale. Un metodo non esisteva ancora ma lei aveva elaborato un programma preciso, sebbene molto diverso da ciò che era usuale per quei tempi: il modo in cui ricevere i bambini quando entravano a scuola al mattino, brevi e chiare presentazioni dei materiali, l’osservazione e la registrazione dei progressi compiuti ogni giorno da ciascun bambino.

    Ai piccoli veniva data la libertà di muoversi e agire entro limiti definiti con chiarezza. Alle maestre, che non avevano una formazione professionale, veniva detto di non interferire, a meno che un bambino non chiedesse aiuto, e di non ricorrere a premi o punizioni.Voleva osservare il comportamento spontaneo dei bambini.

    Si avvide presto di come questi piccoli che vivevano in un ambiente povero e illetterato, con poca o nessuna influenza motivante, cominciassero a lavorare con piacere, mostrando una grande capacità di concentrazione e di disciplina, e al contempo subivano un cambiamento anche nel comportamento sociale: sviluppavano sicurezza, senso dell’ordine, diventavano più cortesi nell’atteggiamento verso gli altri bambini, e la loro salute migliorava.
    Ben presto, chi aveva fra i 4 e i 5 anni iniziò a scrivere e leggere, senza avere la sensazione che ciò gli fosse stato insegnato. Vennero introdotti nuovi materiali e rimossi quelli che non suscitavano interesse. Quello che Maria finì per capire è che i bambini, se messi in un contesto che si adatti alle loro dimensioni e ai loro bisogni, con materiali progettati con cura e la libertà di scegliere un’attività che li interessi, avevano la capacità di autoeducarsi.


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    Le parole “Aiutami a fare da solo”, pronunciate da un bambino piccolo, erano destinate a diventare il motto della pedagogia Montessori.

    Altre Case dei Bambini furono aperte a Roma e a Milano, e la notizia del nuovo approccio all’educazione si diffuse rapidamente.
    Da ogni angolo del mondo venivano persone a visitare le scuole della Dottoressa, la invitavano ad andare da loro e a tenere conferenze, chiedevano corsi di formazione, materiali.
    Nell’arco di dieci anni, il suo primo libro, Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini (oggi conosciuto con il titolo La scoperta del bambino), pubblicato nel 1909, venne tradotto in venti lingue e in molti Paesi del mondo si fondarono scuole ispirate alle sue idee.

    Iniziò a viaggiare per diffondere la sua visione dell’educazione in discorsi pubblici e corsi di formazione, all’inizio in America, ma soprattutto in Gran Bretagna e in Europa; più tardi anche in India. Abbandonò così la sua carriera nella professione medica dedicandosi per intero alla diffusione e all’elaborazione del suo approccio educativo.
    Oltre alle Case dei Bambini, in molti Paesi vennero fondate scuole Montessori elementari e secondarie.

    Per quanto il suo approccio all’educazione sia universale e possa essere applicato ovunque nel mondo, con bambini di tutte le culture, religioni ed estrazioni sociali, non può mai prosperare davvero in Paesi con regimi dittatoriali in cui un’educazione che aspiri alla libertà e all’indipendenza non venga tollerata.

    Maria considerava il suo approccio educativo come un aiuto alla vita: voleva promuovere lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti in adulti maturi e indipendenti che vivessero in
    pace e armonia con il loro ambiente e il mondo. Il concetto di Educazione e Pace divenne via via più importante nei suoi discorsi e nei suoi scritti, nei quali metteva in guardia dagli effetti devastanti e traumatici della guerra sullo sviluppo psicologico e fisico dei bambini. Solo attraverso l’educazione sarebbe stato possibile rendere il mondo un luogo migliore e meno violento.

    Nel corso degli ultimi anni della sua vita ricevette molte onorificenze da ogni parte del mondo per la sua dedizione alla causa del bambino, e per tre volte fu candidata al premio Nobel per la
    pace. Morì in Olanda nel 1952.

    È impossibile, con questa breve introduzione, rendere giustizia allo scopo, alla complessità, all’originalità e alle tante sfaccettature della vita e dell’opera di Maria Montessori.


    di Carolina Montessori
    da Maria Montessori parla ai genitori. Il pensiero montessoriano spiegato alle famiglie

    Revisione di Francesca Ros

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