Il libro dei minerali e delle pietre preziose

Il libro dei minerali e delle pietre preziose è la prima traduzione integrale in una lingua occidentale del lapidario di Zakariyyā al-Qazwīnī, una sezione dell’opera enciclopedica ‘Aǧā’ib al-maḫlūqāt wa ġarā’ib al-mawǧūdāt, che significa Le meraviglie del creato e le stranezze degli esseri. Composto intorno alla seconda metà del XIII secolo, e meglio conosciuto in Occidente con il nome di Cosmografia, questo trattato di al-Qazwīnī è una delle opere più significative e popolari del medioevo islamico. La sua fama è testimoniata dalla diffusione delle numerose copie manoscritte, ancora oggi conservate nelle biblioteche di tutto il mondo.

In questa sezione, al-Qazwīnī esplora le virtù terapeutiche, gli effetti nocivi e le proprietà occulte di oltre centocinquanta minerali, tra cui metalli, gemme preziose e corpi oleosi. Con grande acume, egli unisce conoscenze tratte dalla filosofia aristotelica, l’antico sapere alchemico, la medicina ippocratico-galenica e la tradizione medica islamica, mescolando sapientemente scienza e mito. Il suo lavoro si configura come un mosaico enciclopedico che raccoglie, insieme a informazioni scientifiche, anche aneddoti e leggende provenienti da tradizioni letterarie diverse.

Il libro dei minerali e delle pietre preziose riflette la visione del pensiero islamico, che attribuisce all’ingegnosa architettura della natura un significato divino, rivelando così l’onnipotenza di Dio attraverso le meraviglie del mondo naturale. Questo lavoro è un affascinante viaggio nella scienza medievale, ma anche un’importante testimonianza della cultura islamica del periodo.